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Baby K: “è allarme revenge porn, la scuola ne parli”

Baby K ci mette la faccia. Claudia Judith Nahum, reginetta delle hit (da Roma-Bangkok con Giusi Ferreri al tormentone 2020 di platino Non mi basta più con Chiara Ferragni) sa quanto conta per i ragazzi: se solo un briciolo del suo messaggio facesse leva sul miliardo e passa che la vedono su Youtube sarebbe un bel bingo. E’ sua la colonna sonora Sogni d’oro e di platino del cortometraggio Revenge Room di Diego Botta con Alessio Boni, Violante Placido, Eleonora Gaggero, Luca Chikovani, Manuela Morabito, evento speciale di Venezia 77 e disponibile in contemporanea su RaiPlay.
“La vendetta porno è un tema urgente da affrontare – dice in un’intervista all’ANSA Baby K -: solo durante il lockdown si è registrato un vertiginoso aumento di casi, le vittime aumentate del 70% e trovo quanto mai attuale parlarne”.

Con Revenge porn, in Italia un reato dal 2019, s’intende la diffusione sul web, sui social, sui gruppi whatsapp, di foto e video privati a sfondo sessuali per vendetta e senza il consenso della persona ritratta. “C’è bisogno di una grande sensibilizzazione – prosegue l’artista che ha un nuovo album in uscita a breve – perché non sempre i giovani sanno cosa può significare e quanto sia facile anche solo con un click essere oggetto di vendetta pornografica. Io penso che sia necessario fare un grande lavoro di educazione nelle scuole e anche a casa, per quanto magari è difficile parlare di sesso in famiglia, ma l’unica cosa per contrastare questo fenomeno che può portare a dolori immensi e anche a conseguenze estreme, è l’educazione. Per un adolescente, ma anche per gli adulti, è facile riporre fiducia quando si è coinvolti in una storia d’amore ma diventare vittime è un attimo. Far capire che bisogna saper gestire immagini e video per evitare che un ex li renda pubblici è davvero molto urgente.    Personalmente non mi sono mai trovata in questa situazione, cerco proprio di evitare”.

Il tema del revenge porn è attiguo anche al rapporto che abbiamo con i social media, che uso ne fa Baby K? “Pensare di farne a meno è anacronistico, ma personalmente cerco di concentrare le interazioni social sulla musica, poi certo, mi piace anche abbattere le distanze con chi mi segue facendo vedere la mia vita nel quotidiano, lati personali ma senza esagerare. Comunque curo i social personalmente e so che ogni post va scelto con consapevolezza”. Ha mai ricevuto messaggi spiacevoli, sessisti, minacce? “Fa parte dell’essere personaggio pubblico ricevere purtroppo certi segnali. Internet è uno strumento stupendo, creativo, di ricerca, di informazione, ma ha lati negativi pesanti. Io so di essere esposta, so che esistono, ma cerco di non dargli importanza”.
Per tanti giovani, per le ragazzine, Baby K è un modello, come si confronta con loro? “Ne sono felice, ma quel che mi sta a cuore in questa popolarità è far capire che quello che sono oggi viene da una gavetta dura, da un lavoro a testa bassa e dalla perseveranza e che solo così si arriva a traguardi imprevedibili, puntando alle stelle si arriva alla luna come titola il mio nuovo disco. Ce l’ho fatta, mi piace essere un esempio e spronare i giovani a seguire un esempio positivo”.

Come si fa ad arrivare a questi numeri, al miliardo di visualizzazioni su Youtube, ad essere il refrain sulla bocca di tutti? “Nel mio percorso artistico ho osato molto, almeno per l’Italia, facendo scelte anticonformiste, anche per motivi personali essendo cresciuta all’estero, avendo sentito tante influenze”. Quali sono gli artisti stranieri che le piacciono? “Rihanna innanzitutto, poi Rosalia, Dj Smoke”. Gioca molto anche con l’immagine, i look esagerati sono necessari? “Sono un’espressione artistica anche quella, e poi io amo moltissimo la moda”.

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