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Estate, il sole e la pelle, come avere un’abbronzatura perfetta senza danni in 6 passi

Con l’arrivo dell’estate la nostra pelle è baciata dal sole, sia che siamo in città sia che siamo in vacanza al mare o in montagna. Esporsi al sole in modo sbagliato può creare però problemi alla nostra pelle, oltre a pregiudicare l’abbronzatura: ecco quindi i consigli degli esperti per una tintarella sicura oltre che efficace. La pelle, infatti, è un organo dotato di memoria e i danni provocati da scottature e bagni di sole sbagliati si possono vedere, anche dopo anni, con la comparsa di macchie, cheratosi e nel peggiore dei casi anche tumori.

Come preparare al meglio la pelle per il sole? “Importante dedicare la giusta attenzione all’alimentazione, all’idratazione ed eventualmente valutare l’utilizzo di integratori che possano aiutarci nel percorso di preparazione della pelle al sole” specifica la dott.ssa Giovanna Geri farmacista, nutrizionista e co-fondatrice della startup Vitamina.

Betacarotene e zinco per un’abbronzatura intensa Il betacarotene, naturale precursore della vitamina A, contenuto in abbondanza nell’olio di carota, protegge, insieme alle altre vitamine antiossidanti, dai danni dei raggi ultravioletti. Favorisce, inoltre, una colorazione più intensa dell’abbronzatura e ne prolunga la resistenza. Un altro elemento essenziale per la sua azione anti-invecchiamento è lo zinco, minerale che si trova principalmente nella frutta secca, nel cacao, nei cerali integrali e nei legumi. “Volendo approfittare di un aiuto esterno – suggerisce la dott.ssa Geri di Vitamina – un integratore per il sole deve contenere vitamina C, vitamina A (anche come betacarotene) e zinco, da prendere dai 15 ai 30 giorni antecedenti alla prima esposizione al sole, in modo da preparare e rinforzare la pelle in vista di una tintarella senza scottature”.

Via libera a pesche, fichi d’india, ciliegie, melone, e frutti di bosco “Fondamentale è, però, consumare verdure e frutta di stagione che aiuta l’organismo a ricevere acqua e micronutrienti essenziali per la pelle e per l’abbronzatura. Le vitamine che occorrono sono le antiossidanti A e C di cui è ricchissima la frutta estiva. Le pesche contengono molta acqua e vitamine A, C, E e gruppo B – illustra la dott.ssa Giovanna Geri – il fico d’india che ha innumerevoli proprietà, in quanto ricchissimo di fibra e povero di calorie, contiene inoltre vitamine e sali minerali in abbondanza; i frutti di bosco, poi, sono miscele di antiossidanti, come vitamina C e polifenoli; le ciliegie contengono vitamine A e C; il melone, come tutta la frutta e gli ortaggi di colore giallo-arancio, contiene molta vitamina A, sotto forma di carotenoidi, e vitamina C”.

 Adesso che la pelle è pronta per l’abbronzatura e bene ripassare le 3 regole d’oro per non scottarsi:

1)La prima valida ormai da tempo immemore è quella di non esporsi al sole nelle ore più calde della giornata.

2)La seconda regola: mettere sempre i filtri solari. “Questa è molto spesso trascurata laddove si applichi la prima – spiega la dott.ssa Geri – come dire che se si prende il sole non nei momenti più caldi della giornata allora si può fare a meno di mettere la crema. Sbagliatissimo! la crema solare va messa sempre. Sempre. Il fattore di protezione deve essere scelto in base al fototipo di pelle e che sia la prima esposizione o che ci si trovi in fase di tintarella avanzata, è importante non dimenticarlo mai. Il mio consiglio è quello che un fattore di protezione minimo non debba essere inferiore a 30 ; quello che invece può essere ritenuto dogmatico è che le prime esposizioni devono avvenire con prodotto solare con SPF 50+, a prescindere dal fototipo”.

3) La terza regola è quella di ricomprare ogni anno la crema solare. “Ci si potrebbe anche non scottare ma i filtri solari UVA e UVB decadono – conclude la dott.ssa Geri – e pertanto il danno profondo, quello responsabile di macchie o invecchiamento cutaneo, si verifica ugualmente. Tutte le creme solari riportano il logo per la loro scadenza che in genere va dai sei ai dodici mesi dall’apertura: in questo caso non consideriamolo un preferibilmente ma un imperativo”.

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