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Il ‘Vitellone’ di felliniana memoria a processo in Romagna

(ANSA) – BOLOGNA, 31 LUG – E’ il Vitellone di felliniana
memoria l’ ‘imputato’ del tradizionale Processo del 10 agosto a
San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) promosso da Sammauroindustria.
    Nomignolo nato dall’inventiva dello sceneggiatore Ennio Flaiano
(spiegò la derivazione dall’abruzzese “vudellone”, una budella
da riempire), nel tempo ha assunto connotati controversi:
positivi, del seduttore per eccellenza della Riviera romagnola;
negativi, del maschilista tout court. A dibattere nel tribunale
a Villa Torlonia, alle 21, saranno la giornalista de Il
Manifesto Daniela Preziosi, che guiderà l’accusa, e Gianfranco
Angelucci, stretto collaboratore del regista riminese, alla
difesa. Presidente del Tribunale Miro Gori, fondatore del
Processo; il verdetto sarà emesso dal pubblico munito di palette
(400 i posti disponili causa restrizioni Covid). Il Processo è
un chiaro omaggio ai 100 anni di Federico Fellini.
    “Vitellone è uno che non fa nulla e campa, anche in età da
lavoro, sulle spalle della famiglia – spiega Gori -. Perfetta da
questo punto di vista è la rilettura felliniana di Amarcord dove
in Lallo, zio del protagonista Titta, la figura del vitellone si
fonde con quella del ‘pataca’. Se questo è un primo e assai
grave capo d’imputazione in una Repubblica ‘fondata sul lavoro’,
altri non mancano: dall’incapacità di crescere, maturare,
staccarsi dall’adolescenza, al maschilismo radicale che ha
indotto nell’opinione comune l’analogia tra vitellone e
seduttore da spiaggia, come racconta Sergio Zavoli, altro
illustre riminese, nel documentario ‘I vitellini’. Ma spetterà
all’accusa definire con esattezza il campo dell’imputazione e
alla difesa trovare attenuanti e reali motivi per
l’assoluzione”. (ANSA).
   

Fonte: Ansa

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